Punta Chiappa è una delle due punte che chiudono il promontorio di Portofino, ha una forma che assomiglia ad un dito proteso verso Sud. Iniziamo la nostra immersione dirigendoci a nuoto verso la punta. Le posidonie ci ricondano ovunque fino all'altezza della punta stessa. In corrispondenza di questa roccia emerge poderosa dalla prateria formando una dorsale a schiena d'asino che sprofonda rapidamente nel blu. Proseguiamo lungo il filo della dorsale ed arriviamo ad una grossa apertura che forma un tetto ampio e profondo nell'interno del quale vive una grossa colonia di corallo. E' piccolo ma rigoglioso; le correnti che frequentemente spazzano questi fondali gli impediscono di uscire dal riparo naturale offerto dalla roccia. E' per questo che le pareti rocciose della Chiappa sono povere. La corrente diventa un ostacolo per lo sviluppo dei celenterati così comuni su tutto l'arco del promontorio. Solo alla base della parete, verso i 40 metri, troviamo le prime grandi Paramuriacee. Lì il fenomeno è meno accentuato e la vita può riprendere rigogliosa. Se in esterno di Punta Chiappa si presenta come un dito proteso verso l'orizzonte, sott'acqua il dito si trasforma in una mano. Le dorsali di roccia si susseguono a formare un insieme geologicamente interessante e sicuramente di grande spettacolarità. Grotte, tetti, crene si inseguono in una continua alternanza di roccia e fango. Nell'oscurità delle spaccature più profonde è assai facile incontrare grossi esemplari di gronghi che pigri si lasciano avvicinare senza ritrosia. Arrivati a 45 metri le dorsali si inabissano fino a scomparire del tutto nella distesa fangosa. Alcuni massi isolati e l'andamento delle coste rocciose ci ricordano che, poco distante da noi, s'erge il bastione dell'Isuela. Sono poche centinaia di metri in cui, qua e là, troviamo massi ricoperti da fittissimi popolamenti di Paramuriacee. Trovarli è un'impresa difficoltosa!!! Spostandoci invece perso ponente ben presto incontriamo il fondale detritico, che è la caratteristica principale di questo tratto di promontorio. Un ultimo consiglio da tenere ben presente: evitiamo la risalita in acqua libera, perché le numerose imbarcazioni potrebbero creare seri problemi di sicurezza. Quindi risaliamo lungo una delle dorsali, facciamo decompressione ed emergiamo possibilmente vicino alla boa a cui è attraccata la barca. |