Un cenno storico Verso il 1550 ai monaci che vivevano nell'eremo di San Fruttuoso fu eretta una seconda torre sulla punta a destra della baia, per avere una visione completa del tratto di mare prospiciente il promontorio. A quel tempo Papa Giulio III dette in affidamento alla potente famiglia Doria tutto il complesso, ed essi decretarono, a scopo difensivo, in quanto vi erano state incursioni dei pirati barbareschi, alla costruzione della così detta oggi "Torretta". Da allora sono passati circa 500 anni. La costruzione è ancora lì a ricordare un glorioso trascorso dell'Antica Repubblica Marinara di Genova. L' immersione Possiamo iniziare la nostra immersione partendo da una piccola cala situata all'interno della baia di San Fruttuoso, subito a ridosso della punta. Scendiamo su un fondale di 15 metri circa che non offre nulla di interessante per cui, senza perdere tempo nuotiamo verso ponente in direzione della punta. Dopo un corto tragitto un costone di roccia si presenta ai nostri occhi. Erto a picco sul fondale fangoso, vedremo subito Paramuriacee, Eunicelle gialle e bianche che convivono in spazi ristretti. Il blu sconfinato avvolge in uno scenario tutta la caduta. Lentamente nuotiamo paralleli alla parete gustandoci questa bellissima visione. Scendiamo lentamente fino ai piedi della caduta e troviamo cormi di corallo rosso (Corallium rubrum) che rivestono ogni minimo anfratto con i loro polpi aperti nella continua ricerca di cibo che le correnti portano loro. Le ore migliori per assaporare questo spettacolo sono quelle del primo pomeriggio. La Torretta non si può vedere una sola volta. Al variare delle stagioni, con la diversa luce del sole assume aspetti profondamente diversi. Alla base troviamo una crena stretta e profonda, siamo arrivati alla quota massima di - 35 metri. Qui vivono scorfani, castagnole rosse,e sui cormi delle gorgonie uno strano bivalve. E' l'Hirundo pecten che ha una forma strana acoda di rondine, molto particolare da vedere. Tra le gorgonie più nascoste potremo vedere anche uova di Gattuccio, non tocchiamole e permettiamo alla natura di fare il suo corso, così potremo immaginare negli anfratti più bui delle profonde scogliere il piccolo selcio fare la sua vita. Siamo arrivati in fondo alla parete. La roccia della punta gira verso Cala dell'Oro, non possiamo proseguire in quanto è Zona Protetta del Parco del Promontorio di Portofino. Dobbiamo rientrare. Il cammino a ritroso verrà effettuato sulla cigliata. Risaliamo pertanto a - 18 metri dove troviamo abbondanti ciuffi di Posidonia che coprono la fronte della parete sommersa, ed in mezzo al brulicare di vita facciamo deco ed emergiamo. |